Attività sulla Resistenza in valle Argentina per le classi terze della Secondaria

Saltapasti: un libro per raccontare una “Resistenza” diversa dove l’amicizia, il rispetto e l’amore di un cane hanno dominato sulla violenza e sui soprusi di un periodo buio del nostro ponente ligure.

L’autore, Bruno Luppi, benché scriva in terza persona, è il protagonista del libro e assieme a un cagnolino: Saltapasti, nato in una notte di bombardamenti di metà agosto, racconta una storia commovente dove “la povera gente dei piccoli borghi”, stremata per i rastrellamenti, per le uccisioni, per le violenze di ogni genere, tenta comunque di sopravvivere e di resistere fornendo cibo e garze al partigiano Erven gravemente ferito per l’esplosione di una bomba di mortaio.

Saltapasti, chiamato così perché di pasti ne ha saltato davvero tanti assieme al gruppo di partigiani che lo ha adottato, ha un fiuto speciale per notare l’avvicinarsi delle truppe naziste tanto da salvare, ogni volta, la vita al suo Erven.

In questo romanzo si susseguono una serie di nomi e luoghi che sono stati meta di ricerca da parte dell’insegnante responsabile del progetto, affinché si potesse percepire a quali peripezie è stato sottoposto quel giovane di 27 anni che, poiché non deambulante a causa del nervo sciatico reciso e della tubercolosi ossea contratta dalle schegge dell’esplosione, veniva trasportato sulle spalle o su barelle improvvisate dai suoi compagni partigiani. Tra queste figure, spicca quella di Alessandro, che per tre mesi nasconde il suo amico al Poggio di Bedin e lo sposta ogni volta che i nazisti si avvicinano. I dirupi, i rovi e il greto dei torrenti sono le uniche vie percorribili per non lasciare tracce, posti inaccessibili a chiunque, figuriamoci ad un infermo trasportato a spalla. È stata prodotta una rassegna fotografica di quegli anfratti, dei casolari, dei ruscelli, dei boschi…accompagnata da riflessioni tratte dal romanzo.

Luppi, che all’epoca era laureando in lettere e che ha sempre combattuto l’ignoranza e l’analfabetismo con tutte le sue forze, anche nei lunghi mesi di peregrinazione tra i boschi e le rocce, ha tentato di istruire Giuanin, un pastore che non sapeva né leggere né scrivere, ma che aveva deciso di stare dalla parte di chi non agiva con violenza e prepotenza. Tra le righe è denunciato lo stato di ignoranza in cui verteva la maggior parte della popolazione che comunque, per fortuna, parteggiava per chi si adoperava per la libertà di tutti anche a costo della propria vita.

Il progetto, denominato “Resistenza in Valle Argentina”, si è articolato in lezioni frontali per studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado e per i maturandi dell’istituto superiore Colombo di Sanremo e Taggia, che ha aderito alla proposta, in cui sono state proiettate slide riguardanti le figure salienti della Resistenza e i luoghi dei nascondigli o delle battaglie.

Sono stati programmati anche incontri formativi per i docenti (con valenza ai fini dell’aggiornamento), che hanno avuto anche modo di incontrare i parenti dei partigiani che hanno operato nella I zona Liguria, in particolar modo i familiari delle “Protagoniste”, donne raccontate nell’omonimo libro scritto da Daniela Cassini, Gabriella Badano e Sara Clarke Lo Iacono. Nell’incontro è stato presentato il libro dalle autrici e dal presidente dell’Istituto storico della Resistenza dott. Giovanni Rainisio. Saggio che ha fatto seguito ai due precedenti, scritti dalle stesse persone, “Lina Meiffret, l’amica partigiana di Italo Calvino” e “Calvino, il partigiano Santiago”, quest’ultimo pubblicato nel centenario della nascita dello scrittore.

Ultima revisione il 10-12-2025